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La biografia che trovate in questa pagina - diversamente da quanto avviene per le altre pagine del sito, costantemente aggiornate - viene progressivamente completata una volta all'anno, durante il mese di agosto.


CHI SONO IO?

Una storia che in gran parte non è ancora scritta: 1-6-2001 / 15-8-2018

Vediamo un po’: da dove posso cominciare? 

Evitiamo invenzioni e cominciamo… dall’inizio.

Sono nato il primo di giugno del 2001 a Locarno, sul lago Maggiore. Vivo tuttora nel comune di Gambarogno, a pochi chilometri da Locarno, con i miei genitori e mia sorella Asia, nata nel 1998.

Fin da piccolissimo ho avuto un feeling particolare con l’acqua: ho iniziato a nuotare senza sostegni qualche mese prima di compiere 3 anni, utilizzando uno stile del tutto personale che in qualche modo assomigliava al delfino.

Ciononostante, mi sono avvicinato al nuoto agonistico solo grazie al fatto che mia sorella ha iniziato a praticarlo quando aveva 8 anni; nessuno dei miei famigliari ha mai fatto parte in gioventù del mondo natatorio. Visto il mio amore per l’acqua e la mia insistenza, a 6 anni (ottobre 2007) sono entrato a fare parte della Nuoto Sport Locarno: a fine novembre ho partecipato alla mia prima gara Kids e, il 31 maggio 2008, al mio primo meeting in vasca lunga, dove ho vinto i 50 delfino nella categoria 1999 e più giovani con il tempo di 49.42… Chissà se un giorno riuscirò a percorrere i 100 metri nello stesso tempo? (ih ih…).

Da quella gara a Mendrisio sono passati ormai 10 anni e… migliaia di chilometri in vasca.

Terminate le scuole elementari a Quartino (Gambarogno), ho frequentato le scuole medie a Vira e Cadenazzo. 

A settembre 2016, grazie anche ai miei risultati agonistici, ho potuto iniziare il liceo a Locarno con la formula per sportivi d’élite: questo significa che la durata del curricolo liceale sarà di 5 anni, invece del classico quadriennio, in modo da poter avere un orario settimanale un po’ meno impegnativo (massimo 25 ore settimanali) spalmando le materie sull’arco dei 5 anni. In questo modo, riesco ad allenarmi mattino e sera e ad avere tempo sufficiente per studiare. Ho la fortuna di non aver mai incontrato difficoltà a scuola, perciò, con un po’ d’organizzazione, qualche sacrificio e… qualche sollecitazione da parte dei miei genitori, riesco ad ottenere risultati soddisfacenti grazie anche, all’occorrenza, all’aiuto di mia sorella nello studio. La mia famiglia ha un ruolo importante nella mia crescita, non solo sportiva; tutti assieme cerchiamo di trovare delle risposte ai problemi che si pongono e tutti quanti fanno parte del team che mi accompagna nella mia attività natatoria.

Da settembre 2017 mi alleno 10 volte la settimana in acqua e 4 – 5 volte in palestra. Il mio allenatore, Massimo Baroffio, e il mio fisioterapista, Stefano Grosjean, sono dell’idea che non sia ancora il momento di caricare il mio fisico con pesi eccessivi e sto dunque seguendo un programma a secco molto mirato e graduale. Anche in acqua, la filosofia del mio allenatore è quella di dare più importanza alla qualità e all’intensità, piuttosto che ai chilometri e alla durata degli allenamenti; mediamente, percorro perciò solo 4-5 chilometri per allenamento, naturalmente con differenze a dipendenza del periodo della preparazione.

Più di un allenatore, vedendomi nuotare, ha sostenuto che non possiamo ancora sapere con certezza se e in quale stile potrò emergere in età adulta, ma siamo quasi certi in quale stile non diventerò un campione: la rana. In effetti, pur non seguendo ancora un programma di specializzazione estrema in uno stile, devo ammettere che la rana l’alleno unicamente in alcuni momenti, per poter gareggiare dignitosamente nei misti; d’altro canto, so perfettamente che se vorrò cimentarmi seriamente nei 200 o nei 400 misti, dovrò sforzarmi a lavorarci. Per il momento, prediligo il delfino (50, 100 e 200), senza tralasciare il dorso (100 e soprattutto 200, preferibilemente in vasca corta) e lo stile libero (200 e 400); mi piace anche la mista, dove preferisco impegnarmi nella 200, viste le mie “doti nella rana”…

Quando non sono a mollo nell’acqua clorata, e quando non devo studiare, amo svagarmi guardando film in tele o al cinema, oppure ancoltare musica; come la maggior parte dei miei coetanei, non tralascio di giocare ai videogiochi, anche se il tempo per questi svaghi è limtato. Mi piace particolarmente viaggiare, visitare città e luoghi nuovi e rilassarmi al mare o alle terme (… ci risiamo con l’acqua!). Con la mia famiglia ho visitato numerose città italiane ed europee, e molti luoghi in Italia, Francia, Egitto, Inghilterra, Scozia, Irlanda… Amo particolarmente Venezia (sarà perché è sull’acqua?), ma il mio sogno resta quello di fare un viaggio negli USA, dove spero di poter andare ad allenarmi e a frequentare l’università una volta terminato il liceo.

Essendo cresciuto in Ticino (Svizzera italiana) oltre all’italiano (che è la mia lingua madre) ho avuto la possibilità d’imparare il francese, il tedesco e l’inglese, che sto ancora perfezionando. Il tedesco è la lingua che utilizzo di più quando mi trovo con i compagni della nazionale. In realtà mi piace chiacchierare anche con i miei avversari: durante le gare internazionali ho fatto amicizia con diversi nuotatori - a cominciare dagli amici italiani, senza dimenticare russi, israeliani, inglesi e polacchi (per citarne alcuni) -  con molti dei quali resto in contatto grazie ai social e non solo. Tutte queste conoscenze le ho ampliate grazie al fatto che sono entrato a fare parte della nazionale giovanile svizzera nell’estate 2015 e da agosto 2017 sono anche nei quadri élite e in quello olimpico per Tokyo 2020. Ciò che fino a pochi anni fa era un sogno è ora divenuto un obiettivo concreto: partecipare alle olimpiadi. Nelle mie intenzioni, se riuscirò ad andare a Tokyo con la nazionale, lo vorrei comunque considerare un obiettivo intermedio nella mia crescita come atleta: sono ancora molto giovane e, come dice il mio allenatore, un nuotatore raggiunge la maturità dai 22 anni in poi.

Tornando al presente (e con i piedi per terra… ma sempre a mollo nell’acqua), so perfettamente che ora devo soprattutto restare concentrato sugli allenamenti e sulle gare internazionali a cui parteciperò con i miei compagni di nazionale, proseguendo nella mia crescita graduale. Dopo gli ottimi risultati del 2017 – un argento (100 delfino) e due bronzi (200 delfino e 200 mista) all’European Youth Olympic Festival a Györ, tre finali e un 4° posto (100 delfino) ai Campionati Europei giovanili di Netanya e la partecipazione agli Europei assoluti in vasca corta di Copenhagen (con tanto di record svizzero assoluto nei 100 delfino) - quest’anno i miei appuntamenti principali sono stati gli europei giovanili di Helsinki – dove ho raggiunto 3 finali individuali e 2 finali nelle staffette – e la partecipazione agli europei assoluti di Glasgow; ora guardo avanti verso le Olimpiadi giovanili di Buoenos Aires (previste a ottobre 2018).

I molti impegni del 2018 mi porteranno a fare una pausa di qualche settimana solo a fine ottobre, prima di iniziare la preparazione per la stagione 2019, durante la quale proverò a raggiungere in anticipo i tempi limite per Tokyo 2020.

C’è molto lavoro da fare (in piscina come a scuola), ma l’importante è provare piacere per quello che faccio: il nuoto, per me, è prima di tutto una passione. 

15.08.2018


Campione Europeo! 16-8-2018 / 15-8-2019

È passato un altro anno e un intenso periodo di allenamenti, gare, studio e tanto altro: soprattutto un anno di emozioni! 

Dopo poche settimane di scuola, a ottobre 2018 ho partecipato, come previsto, ai Giochi olimpici giovanili a Buenos Aires. Esperienza unica per il clima che si respira nel villaggio olimpico, luogo d’incontri con coetanei provenienti da ogni parte del mondo, che praticano il nuoto e soprattutto molti sport diversi dal mio. Emozione alle stelle in occasione della cerimonia d’inaugurazione, dove ho avuto l’onore di portare la bandiera della Svizzera, di fronte alle oltre 250'000 persone che si sono riversate nella via e nella piazza principale di Buenos Aires. Dal punto di vista sportivo, ho  partecipato a due finali (100 delfino e 200 mista), sfiorandone un’altra nei 200 delfino. Se da un lato, vista la concorrenza, posso certamente essere soddisfatto delle mie prestazioni, dall’altro resta il dubbio che, avendo dovuto praticamente prolungare fino a ottobre una stagione logorante e condizionata (fisicamente e mentalmente) dalla mononucleosi, le mie prestazioni in Argentina, in termini cronometrici, siano state anch’esse parzialmente influenzate da ciò. In ogni caso, fin da subito ho messo da parte qualsiasi possibile scusa, per godermi appieno l’avvenimento e per guardare avanti verso nuovi obiettivi.

La stagione, da novembre in poi, è dunque iniziata con il focus sui Campionati europei giovanili di Kazan, previsti a luglio 2019. Obiettivo dichiarato: raggiungere un podio.

Nella marcia d’avvicinamento a questo evento, le mie prestazioni cronometriche sono andate costantemente migliorando e mi hanno portato, tra l’altro, a vincere alcuni titoli svizzeri assoluti sia in vasca corta (novembre 2018), sia in vasca lunga (marzo 2019).

Anche la scuola è proseguita senza particolari problemi e ciò mi ha permesso di rimanere concentrato anche sul nuoto. 

Particolarmente gratificanti e importanti nella mia crescita di atleta sono stati i meeting internazionali di Nizza (Golden Tour Camille Muffat), di Montecarlo (Mare Nostrum) e il Settecolii di Roma, nella splendida cornice del Foro italico.

Sono così giunto carico e motivato a Kazan, dove mi sono laureato Campione europeo giovanile dei 50 delfino, nel tempo di 23.48, record del campionato e record svizzero assoluto: emozioni nuovamente al settimo cielo!

Dopo una vacanza a Mosca con la mia famiglia e la partecipazione ai campionati svizzeri giovanili, ho potuto godere del meritato riposo nella splendida isola di Lampedusa.

01.09.2019

 

La stagione del COVID-19… 16-8-2019 / 15-8 2020

Non possiamo fare altro che semplicemente prendere atto: il virus COVID-19 e la relativa pandemia hanno in poco tempo cambiato le nostre vite e continuano a farlo. Speriamo che da questa brutta situazione si possa uscire al più presto e, soprattutto, che l’umanità riesca a cogliere anche gli inevitabili insegnamenti che si possono, si devono trarre quando si affronta, superandola, una situazione di questa gravità.

Anche la mia vita, privata, sportiva e di studio, è evidentemente stata condizionata da quanto avvenuto a livello planetario. La stagione natatoria 2019-2020 è iniziata con il problema di trovarmi, mio malgrado e nell’anno olimpico, senza l’allenatore che mi ha cresciuto nella NSL. Ho deciso di reagire da subito a questa situazione e sono passato ad allenarmi al 100% con Swiss Swimming Training Base, sempre a Tenero. La mia fortuna è stata che in parte già mi allenavo con loro, in collaborazione con il mio precedente allenatore. Il passaggio è stato dunque abbastanza indolore e i risultati sono subito arrivati. Il meglio è avvenuto ai campionati europei in vasca corta di Glasgow, a inizio dicembre, dove ho sfiorato l’accesso ad una finale (200 delfino), stabilendo pure il record svizzero nei 100 delfino. Una decina di giorni dopo, ho disputato i campionati italiani open (Riccione, vasca lunga), dove ho potuto migliorare i miei tempi nelle gare che ho disputato e staccare il pass per gli europei in vasca lunga previsti a Budapest. 

Per quanto riguarda il nuoto, potrei quasi chiudere qui: dopo una buona preparazione nei mesi di gennaio e febbraio, l’avvento del COVID-19 e il conseguente lockdown hanno interrotto ogni attività natatoria e annullato tutte le manifestazioni che coincidevano con i miei obiettivi stagionali: nell’ordine, campionati svizzeri assoluti, campionato europeo a Budapest e, ciliegina sulla torta, le olimpiadi di Tokyo.

Due mesi senza toccare l’acqua della piscina, durante i quali mi sono concentrato sulla preparazione fisica a secco e sulla scuola a distanza. Due mesi di vita con la mia famiglia, quasi in clausura, durante i quali abbiamo tutti riscoperto alcuni valori; da parte mia, non ho mai smesso di guardare avanti in positivo. In questo periodo ho deciso di cominciare a contattare alcune università degli Stati Uniti, scegliendone inizialmente cinque tra le molte che mi avevano scritto, iniziando una lunga e piacevole serie di contatti in videochiamata. Alla ripresa degli allenamenti, a metà maggio, ho continuato ad approfondire questi contatti, riducendo a tre il numero delle università. 

Dopo il mese di maggio passato soprattutto a ritrovare un buon feeling con l’acqua, nel corso dell’estate, ho continuato ad allenarmi fino ad inizio agosto, quando ho trascorso una settimana di vacanza a St. Moritz, seguita da un paio di giorni in canton Appenzello. Al rientro dalla montagna, ho potuto riprendere con gli allenamenti, in attesa dell’inizio del mio ultimo anno di liceo.

Per la nuova stagione, COVID-19 permettendo, gli obiettivi rimangono gli stessi dello scorso anno: prima di tutto gli Europei di Budapest e, naturalmente, le Olimpiadi di Tokyo.

Da settembre 2021, dopo quella che spero sarà la mia prima partecipazione olimpica, ho deciso in questi giorni di iniziare una nuova avventura presso la North Carolina State University, dove intendo perseguire i miei obiettivi nel nuoto e dove frequenterò la facoltà di Economia.

31.08.2020 


Finalmente le olimpiadi! 16-8-2020 / 15-8 2021

“ Il tocco da parte di Dressel, poi Milak… C’è Minakov… e adesso bisogna davvero andare a tutta: una vasca di ritorno importante Noè, per andare a prendersi una medaglia! Non vorremmo sembrarvi blasfemi, ma qui c’è da chiamare in causa un altro personaggio biblico… Perché Noè, questo è davvero il momento di separarle, di aprirle queste acque, per andare a realizzare qualcosa d’incredibile! Il tocco da parte di Dressel, poi sii, siiii, siiiiii… Noè Ponti, la medaglia di bronzo! Una cosa pazzesca, straordinaria! Mai pensavamo che questo potesse succedere! Lui, lì, tra i delfinisti migliori al mondo…”

Era il 31 agosto 2021 e con queste parole e partecipazione emotiva, il cronista della nostra televisione Andrea Mangia (RSI), commentava in studio la vasca di ritorno della finale dei 100 metri delfino alle Olimpiadi di Tokyo 2020, assistito da un Igor Nastic, commentatore tecnico, quasi paralizzato dalla tensione e dall’emozione. La mia famiglia, e probabilmente molti altri che mi seguivano in diretta da casa nella notte svizzera, ha potuto sentire queste parole solo in seguito, nelle numerose repliche proposte alla televisione e sui social. L’emozione e il tifo durante la diretta, mi raccontano, hanno proiettato tutti in uno stato di euforia quasi surreale, tanto da non poter sentire qualsiasi commento televisivo, nemmeno quello così emozionante e autentico di Andrea. Questa medaglia è giunta al termine di una stagione che mi ha visto crescere costantemente nelle prestazioni e nelle convinzioni di poter ben figurare alle Olimpiadi tra i grandi del nuoto. 

Ma procediamo con ordine… 

Ad agosto 2020, ho ripreso gli allenamenti dopo una breve pausa estiva, con la massima determinazione possibile. I miei obiettivi stagionali a quel momento erano, come avevo pubblicato a suo tempo su questo stesso sito web, disputare almeno una finale ai Campionati europei di Budapest e disputare una finale ai giochi olimpici di Tokyo; quest’ultimo obiettivo, passava naturalmente attraverso l’ottenere i tempi di qualifica per poter volare in Giappone. A settembre ho inoltre iniziato l’ultimo anno di liceo, che mi ha portato a ottenere il diploma di maturità liceale con una media di pochissimo superiore al 5 (per chi non è svizzero, dirò che le note vanno da 1 a 6): considerate anche le numerose assenze dovute agli impegni natatori, direi che posso ritenermi più che soddisfatto dei miei risultati scolastici.

Alla fine dell’estate 2020 ho anche annunciato ufficialmente la mia scelta di proseguire gli studi alla North Carolina State University, dove mi sono iscritto alla facoltà di economia e dove avrei proseguito la mia attività natatoria con la squadra dell’università. Ritengo giusto chiarire  che a quel momento, e praticamente fino a dopo le olimpiadi di Tokyo, nessuno, alle nostre latitudini e al di fuori dei ragionamenti che ho potuto fare con la mia famiglia e il mio Team, mi ha mai chiesto il perché di tale scelta o se ne fossi veramente sicuro. Si è trattato di una decisione che ho maturato attraverso un lungo processo di approfondimento che ha coinvolto le persone a me vicine e che è passato attraverso le informazioni che ho raccolto da molta gente, svizzeri ed europei, che hanno vissuto o stanno tuttora vivendo l’esperienza americana, conciliando lo studio universitario con il nuoto di alto livello. La mia decisione è stata ponderata, tenendo conto dei pro e dei contro, approfondendo i dubbi che sono sorti anche durante il 2021. Si tratta di una scelta anche di vita, nella consapevolezza che non potevo, e non posso, essere certo che tutto vada bene. Ho ritenuto di trasferirmi negli USA per conoscere una realtà diversa, per mettermi alla prova nello studio, per migliorare in modo decisivo il mio inglese e, più in generale, per fare una nuova esperienza nel nuoto e nella vita; non vorrei mai, in futuro, provare rimpianti per non avere colto l’occasione di sperimentare la vita di studente e di sportivo in un campus universitario. A tale proposito ho sempre pensato e dichiarato come il primo anno in America rappresentasse un’occasione da non perdere; i restanti 3 anni per raggiungere il Bachelor rappresentano invece, per ora, un obiettivo verso cui tendere, che però non avrei nessun problema a modificarlo. Oggi la penso allo stesso modo: alla luce di quando vivrò qui a Raleigh e qualora si presentassero occasioni diverse o migliori, in Svizzera come all’estero, valuterò con la mia famiglia tutte le opportunità, prendendo serenamente una decisione in proposito. Per il momento, però, sono convinto e felice di quanto sto facendo: vivrò questo anno accademico e sportivo, cercando di apprendere, di migliorarmi e di godermi tutto quanto possibile, nel nuoto, nello studio, nelle relazioni umane.

Ma riprendiamo il racconto di questa fantastica stagione 2021-22. Dopo avere partecipato, in piena fase di preparazione, ai Campionati svizzeri in vasca corta, a inizio dicembre ho disputato il Rotterdam Qualification Meet: tre giorni quasi inaspettati, dove ho ottenuto i limiti per Tokyo nei 200 e nei 100 delfino, issandomi, soprattutto in quest’ultima specialità, ai vertici della classifica mondiale stagionale. Queste prestazioni mi hanno dato ulteriore consapevolezza delle mie possibilità e mi hanno aiutato a lavorare ancora più sodo per i miei obiettivi stagionali, con la tranquillità di chi ha messo in cassaforte la qualificazione per le Olimpiadi.

Dal punto di vista natatorio, la prima parte del 2021 si è svolta dunque con serenità e costante impegno, senza intoppi, passando per alcuni meeting di preparazione e per i Campionati svizzeri in vasca lunga, confermandomi ripetutamente a ottimi livelli. Sono così arrivato agli Europei di Budapest, convinto dei miei mezzi e in un più che buono stato di forma, che ho subito dimostrato alle prime occasioni in cui sono sceso in acqua in Ungheria. Malgrado le due finali nei 100 e 200 delfino (che corrispondevano a uno dei miei obiettivi stagionali), anche alla luce dei risultati di Tokyo, non posso ritenermi completamente soddisfatto di quanto ottenuto agli Europei e soprattutto della gestione dei miei impegni da parte dei vertici della nazionale, che mi hanno spinto a partecipare a molte staffette, anche molto ravvicinate alle mie gare individuali, portandomi ad un affaticamento psicofisico che ha certamente influito sulle mie prestazioni. Ciononostante, ho cercato di cogliere quanto di buono ci fosse in questa esperienza e ho subito ripreso, dopo pochi giorni di riposo, la mia preparazione per le Olimpiadi. Nel giugno di quest’anno, tra un esame e l’altro di maturità, ho proseguito gli allenamenti, partecipando al Trofeo internazionale sette colli a Roma dove, seppure in carico, ho ottenuto un paio di podi e promettenti riscontri cronometrici. Luglio è stato dedicato ad affinare la preparazione per Tokyo 2020, prima al Centro Sportivo Nazionale di Tenero (il mio campo base) e poi a Fuji, in Giappone, dove con la Nazionale abbiamo passato un periodo di scarico e di acclimatamento, prima di vivere l’incredibile avventura dei Giochi Olimpici.

Delle gare di Tokyo ho già detto all’inizio di questo scritto, per ciò che concerne il bronzo nella 100 delfino. Aggiungo solo della grande soddisfazione per il sesto posto nella 4 x 200 stile libero con i miei compagni di Nazionale (risultato storico per la Svizzera) e della buona prestazione nella 200 delfino (fuori dalla finale per un niente) dove, con il senno di poi, mi rendo conto che avrei potuto fare ancora meglio, osando un po’ di più nella semifinale. Per il resto dell’avventura olimpica e delle belle esperienze nel villaggio, vi rimando ai numerosi articoli sui giornali e sui social, nonché alle interviste radiofoniche e televisive, che sono apparsi in questi mesi e di cui, in parte, trovate i link su questo stesso sito. 

Del mio rientro in Svizzera, dei vari festeggiamenti e delle infinite attestazioni di stima ricevute da più parti, posso solo dichiararmi grato a tutti, felice di avere suscitato emozioni e pensieri positivi a molta gente in Ticino, in Svizzera e alche oltre!

E ora, guardo avanti con fiducia e determinazione verso nuovi traguardi. 

15.08.2021


L’anno delle conferme con uno sguardo al futuro. 16-8-2021 / 31-8-2022

- Oh Ma (Massimo, n.d.r.), stamattina mi sento da schifo in acqua! -

- Che stai a di', non è possibile, sei in forma e lo hai dimostrato anche nella finale dei 200, hai fatto una qualifica nei 100 in 51 basso e hai fatto praticamente lo stesso tempo nella semifinale, malgrado i numerosi errori in partenza e in virata! Ora è solo una questione mentale: questa sera farai una grande finale! -

Già… la finale dei 100 metri delfino ai mondiali di Budapest: nei primi 50 metri mi sentivo da dio, dopo la virata e la subacquea ero lì con Milak… poi si sono spenti i motori… difficile spiegare come e perché… ottavo posto con un tempo discreto e almeno un secondo più alto di quanto potevamo aspettarci. Niente da recriminare, ce l’ho messa tutta, ma qualche interrogativo sui possibili motivi di questa parziale controprestazione era più che lecito porselo, anche per imparare da possibili errori!

Fatto sta che la sera seguente, di sabato, ero in piscina, unico nuotatore svizzero rimasto a Budapest, con i miei amici italiani a tifare per loro. Dopo poche vasche dei fantastici 1500 metri di Greg Paltrinieri, che avrebbe poi vinto, già non avevo quasi più voce. Dopo il tifo per la staffetta 4 x 100 mista, la voce era ai minimi termini. Il tempo per tornare in albergo e sono subito uscito con gli altri nuotatori di tutte le nazioni, per i festeggiamenti di chiusura. Rientrato esausto in albergo a tarda notte, dopo poche ore di sonno mi sono alzato per fare colazione e raggiungere i miei compagni del Team Arena, per un workshop che il nostro sponsor tecnico ha organizzato con i suoi nuotatori di punta. Avevo l’impressione di essere finito sotto a un camion – un po’ di mal di testa, voce sempre latitante, mal di gola e un po’ d’intasamento alle vie respiratorie - ma mi sono parzialmente consolato vedendo che Tom Ceccon e Tete Martinenghi, con i quali ero uscito la sera prima, non stavano tanto meglio di me… 

Giornata faticosa e rientro in aereo su Zurigo in serata: grande stanchezza e qualche brivido di freddo, dando la colpa all’aria condizionata e alla mancanza di tempestività nell’indossare una felpa. A Zurigo, dato che era ormai tardi per prendere un treno per il Ticino, c’erano i miei genitori ad attendermi con l’auto. Giunto a casa in uno stato “vagamente comatoso”, mi sono subito messo a letto. Al mattino, al risveglio, avevo la febbre: ho subito fatto un tampone a casa e, come c’era ormai d’aspettarsi, sono risultato positivo al COVID.

Ora cominciavo a capire…

La stagione post olimpiadi era cominciata con l’ormai nota vicenda legata alla mia breve esperienza negli USA, di cui si è più volte parlato anche pubblicamente. Per farla breve, ho vissuto un periodo frenetico nelle poche settimane trascorse a casa dopo il bronzo olimpico. Un periodo certamente fantastico, pieno d’incontri e festeggiamenti, ma che mi ha frastornato non poco e non mi ha permesso di cominciare a metabolizzare quanto avvenuto a Tokyo. Arrivato negli States a meno di un mese dall’avventura olimpica, ho subito iniziato a vivere il mondo universitario a NC States: prime lezioni all’università, nuovi compagni di studio e di nuoto, camera da condividere con un giovane nuotatore americano, nuovi allenamenti, nuova alimentazione (il cibo si è subito rivelato un problema), qualche piccola promessa che mi era stata fatta subito disattesa e, in aggiunta a tutto ciò, la necessità di rielaborare quanto mi era successo nell’ultimo mese. In momenti come questi i dubbi ti assalgono, cominci a dubitare delle tue scelte, che in questo caso io avevo fatto più di un anno prima e soprattutto prima del successo olimpico; in questi momenti pensi che, forse, la tua nuova realtà non sia l’ideale per continuare nella tua crescita sportiva e per confermare e migliorare i risultati ottenuti… Si fa strada uno stato d’animo di confusione, di alti e bassi emotivi, diventi improvvisamente meno sociale e cominci a sentire il bisogno di avere vicino le persone che ti hanno sempre accompagnato nella tua crescita umana e sportiva… Nel mio caso, ho parlato più volte, a distanza, con queste persone – i famigliari, i miei due allenatori in Ticino, il mio psicologo sportivo, il mio fisioterapista – che mi hanno soprattutto ascoltato e aiutato a riordinare le idee, senza farmi pressioni per prendere una decisione o l’altra. È bastato qualche giorno per arrivare a fare la mia scelta: rientrare alla base! Credo che quando vivi un malessere interiore sia importante parlarne e affrontarlo subito, operando delle scelte senza il timore di essere giudicati: niente è più importante della propria salute e del proprio benessere!

Giunto a casa, dopo una piccola pausa, a inizio ottobre ho ripreso ad allenarmi, aumentando gradualmente i carichi, con l’obiettivo di partecipare al Campionato del mondo in vasca corta di Abu Dhabi. Nel frattempo, ho cominciato a guardarmi attorno, per capire quali possibilità di studio ci fossero in Ticino, trovando in generale una maggiore disponibilità, rispetto a più di un anno prima, a valutare percorsi che tenessero conto delle mie necessità di conciliare lo sport di alto livello con gli studi.

Ad Abu Dhabi, a dicembre, malgrado una preparazione forzatamente un po’ affrettata, sono giunto in buona forma e ho potuto ottenere un argento nei 200 delfino, confermandomi ai massimi livelli mondiali e togliendomi un peso dopo la medaglia di Tokyo e le vicissitudini americane. 

Rientrato in Ticino, abbiamo dunque ripreso la preparazione con rinnovato entusiasmo, in vista del mondiale in vasca lunga di Budapest e degli europei previsti a Roma a inizio agosto.

Nel corso della primavera, sono giunto alla decisione d’iscrivermi alla SUPSI per intraprendere gli studi di fisioterapia. Nella mia crescita sportiva, sono stato seguito da un fisioterapista fin da quando avevo undici anni e ho sempre pensato che fosse una professione interessante e variata. Le persone incontrate alla SUPSI hanno subito manifestato l’interesse di valutare attentamente la mia situazione e di personalizzare il mio piano di studio, spalmandolo su più anni rispetto al percorso classico e permettendomi anche una parte di studio a distanza.

L’avvicinamento ai mondiali di Budapest è proseguito senza intoppi e con buoni riscontri nelle tappe di avvicinamento, sia in termini di podi, sia dal punto di vista cronometrico: Meeting di Marsiglia, Campionato svizzero, il trittico del Mare Nostrum (Monaco, Barcellona, Canet) e il trofeo internazionale Sette Colli a Roma. 

Intanto, a giugno - tra una gara e l’altra e tra un campo di allenamento e l’altro – ho affrontato con successo gli esami di ammissione alla facoltà di fisioterapia della SUPSI.

La storia del mondiale di Budapest, iniziata con un ottimo quarto posto nei 200 delfino, ve l’ho già raccontata… 

La ripresa post COVID non è stata per niente semplice e ha richiesto molto più tempo di quanto potessimo prevedere. Una complicazione a livello bronchiale, mi ha costretto ad accertamenti specialistici e, dopo otto giorni di fermo completo, ho perso alcune settimane prima di poter forzare negli allenamenti. Sono così arrivato a sciogliere i dubbi sulla mia partecipazione agli europei di Roma solo una decina di giorni prima dell’appuntamento. L’argento nella 100 delfino, subito dietro a Milak, con un tempo molto vicino a quelli realizzato a Tokyo è perciò stato, per me e per tutto il mio team, motivo di orgoglio e di grande soddisfazione. Il quarto posto nei 200 delfino, che ho deciso di disputare solo all’ultimo momento, è stato altrettanto soddisfacente, anche perché si tratta di una gara che richiede una preparazione che io avevo solo parzialmente, visti i problemi avuti nel mese di luglio.

Dopo alcune settimane di meritato riposo, sono ora pronto per la nuova stagione e per iniziare anche il percorso formativo in fisioterapia.

Gli obiettivi principali dal punto di vista natatorio sono ora i mondiali in vasca corta a Melbourne (dicembre) e quelli in vasca lunga di Fukuoka (fine luglio 2023), consapevole che si tratta di una stagione di transizione, verso le Olimpiadi di Parigi 2024. 

31-8-2022


Anno di transizione verso Parigi 2024. 1-9-2022 / 31-8-2023

 Il mese di settembre 2022, oltre che per la ripresa degli allenamenti, è coinciso con l’inizio di un nuovo percorso di studio, presso la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), dove ho iniziato a frequentare la facoltà di Fisioterapia. Ho potuto contare sulla disponibilità della SUPSI per mettere a punto un programma personalizzato, che mi permette di diluire nel tempo gli studi, in modo da potermi allenare nel migliore dei modi, mantenendo il focus sulla mia carriera agonistica.

A ottobre abbiamo scelto di partecipare alla tappa di Berlino della Coppa del Mondo FINA, dove ho ottenuto due argenti nei 100 e 200 delfino. Buone sensazioni d’inizio stagione che mi hanno portato, passando dal Campionato svizzero in vasca corta, diritto al primo dei due obiettivi stagionali, costituito dal Campionato del Mondo in vasca corta a Melbourne, a dicembre 2022. Un campionato iniziato con il botto: argento nella 50 delfino (che non è mai stata la mia gara preferita) a un soffio dall’oro e dal record del mondo; buone sensazioni anche nella 200 delfino, dove ho raggiunto il terzo scalino del podio. Nei 100 delfino, dopo ottime sensazioni nelle qualifiche (48.81), in finale ho raccolto meno di quanto ci potessimo aspettare a quel punto, con un calo negli ultimi metri che mi ha portato fuori dal podio. Bilancio comunque più che positivo, che mi ha permesso di prendermi un paio di settimane di vacanza per visitare un po’ la magnifica Australia, lasciando Melbourne (bella città!) alla volta di Cairns, per poi passare a Gold Coast, Byron Bay e terminando a Sidney, dove, tra l’altro, ho ammirato i fuochi d’artificio di Capodanno da un catamarano, direttamente nella baia davanti al teatro dell’Opera. È stato un magnifico viaggio, con i miei genitori e mio cugino (mia sorella Asia è dovuta rimanere in Svizzera per preparare gli esami universitari), durante il quale ho potuto rilassarmi e godere del paesaggio e del mare australiano, oltre che delle bellezze di Sidney!
Al rientro in Ticino, oltre che a riprendere gli allenamenti nei primi giorni di gennaio, ho dovuto affrontare, alla fine del mese, anche alcuni esami di fine semestre alla SUPSI: la maggior parte sono andati bene, ma nel caso di una materia, l’impossibilità di presenziare alle lezioni durante il semestre mi ha creato diversi problemi.
A febbraio ho trovato il tempo per partecipare al corteo di carnevale di Re Rabadan, a Bellinzona, salendo sul carro degli amici de “La Jungla”, ispirato alla mia persona: un onore e, soprattutto, molto divertimento per tutti!
La stagione agonistica è proseguita verso il principale obiettivo stagionale: il campionato mondiale di Fukuoka, previsto nella seconda metà di luglio. Sul percorso ho pure incontrato qualche intoppo, dovuto a un paio di influenze durante i mesi di marzo e aprile, la seconda delle quali mi ha fatto perdere la possibilità di aiutare la mia squadra nel Campionato svizzero a squadre.
Va però detto che sono giunto alle gare di preparazione principali - le due tappe del Mare Nostrum a fine maggio (Barcellona e Montecarlo) e il Trofeo internazionale sette Colli a Roma a fine giugno - in un buon stato di forma, segnando dei tempi (e dei successi) di ottimo livello, anche se costantemente in carico di lavoro.
Prima di partire per il Giappone, ho avuto il tempo per altri esami di fine semestre alla SUPSI, dove, per uno dei moduli, si sono palesate le stesse criticità rilevate alla fine del primo semestre: qualcosa da rivedere…
Sono giunto in Giappone, al ritiro della nostra squadra nazionale a Fuji, stessa location utilizzata prima delle olimpiadi, in progressivo scarico e con ottime sensazioni fin dai primi giorni: i tempi in allenamento e la facilità con cui mi muovevo in acqua hanno evidenziato un ottimo stato di forma. C’era quasi da “preoccuparsi” per quanto stessi bene, a una decina di giorni dall’inizio delle gare di Fukuoka…
Senza voler entrare negli aspetti tecnici di ogni competizione (50, 200 e 100 delfino) il dato di fatto è che le mie prestazioni sono state al di sotto delle nostre aspettative, alla luce di quanto osservato e dalle sensazioni avute a Fiji. Del resto, basterebbe notare che i miei tempi nei 100 delfino sono stati simili a quelli fatti registrare a giugno al Trofeo Sette Colli di Roma, per trarre la conclusione che qualcosa non è funzionato alla perfezione. La finale disputata nei 100 delfino, se da un lato mi ha confermato di essere nell’élite mondiale, è onestamente un risultato che non può soddisfarmi a pieno.
Comunque, niente drammi e niente depressioni!
Giusto e importante, però, analizzare e valutare attentamente quanto accaduto in Giappone – ragionando pure su tutta la stagione 22-23 - e trarre le relative conclusioni, mettendo in atto i correttivi necessari in prospettiva futura: io e il mio Team ci siamo serenamente chinati su tutto ciò all’inizio della nuova stagione.
Nello sport (e nella vita) c’è sempre da imparare e da migliorare qualcosa: gli errori, anche quelli piccoli, sono un’occasione privilegiata per farlo!
Ora guardo avanti con rinnovata fiducia e motivazione all’anno olimpico. Road to Paris 2024!

31-8-2023


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